Recensione de “Il Cavallo Farcinoso” – su “LoJonio” n°255

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I Libri della Settimana

Miseria e miserie, il virus che non si estirpa


di PAOLO ARRIVO

Cinismo e avarizia, bisogni e sfruttamento, arroganza, piaggeria; mistificazioni del potere. Sono le umane miserie e la loro immutabile permanenza negli uomini. A trattarle, sottolinea Giancarlo Valente nella postfazione, è Fulvio Filo Schiavoni in “Il cavallo farcinoso”. Il libro, del quale è stata stampata la seconda edizione (fu scritto nel 2012), tratta di una vicenda piuttosto comune, per l’epoca in cui trova ambientazione: la morte di un giovane operaio di Manduria che lavorava in un frantoio oleario. Morte sopraggiunta dopo una breve malattia trasmessa da un ronzino ammalato che muoveva la macina delle olive. L’animale, pur affetto da malattia contagiosa, era stato messo a lavorare fianco a fianco dei trappetari per avventatezza, per difetto di valutazione o calcolo del padrone del frantoio. Un ricco signore locale che subì un processo penale tra il 1896 e il 1897. L’Autore si muove in questa storia come in una indagine poliziesca ricostruendo con cura maniacale i luoghi del misfatto.
E il lettore apprezza quello che sembra connotarsi come un giallo all’italiana. Va da sé che, per le tematiche espresse, per le sopracitate miserie, quella contenuta in Il cavallo farcinoso è una storia che ci appartiene. Che non possiamo giudicare lontana. L’attualità del testo resiste all’ultimo decennio di moderne trasformazioni. E poi il mondo dei trappetari, genericamente quello oleario, rimandano alla sacralità dell’ulivo, devastato dalla Xylella fastidiosa: la pandemia inarrestata, contro la quale non c’è vaccino. Proprio la pericolosità del contagio è, insieme al signor Vincenzo Filotico, al processo per la morte del trappetaro in Manduria, il protagonista della storia racchiusa in novantasette pagine. Siamo negli anni a cavallo tra il XIX e XX secolo. Quando la cultura dell’olivo segna una crescita non costante sul territorio della provincia ionica. Attraverso la descrizione di un antico frantoio semipogeo, tra quelle pagine impreziosite dalla presenza di foto d’epoca in bianco e nero, FFL fa una fotografia dell’epoca di transizione vissuta tra il vecchio e il nuovo. È il passaggio dalla miseria, dall’ignoranza, dalle superstizioni e dalle privazioni, a tempi che si prefiguravano come migliori.
Uomo di cultura ed editore, socio ordinario della Società di Storia Patria per la Puglia, fondatore della rivista enoica “Alceo Salentino”, Fulvio Filo Schiavoni ha da sempre coniugato la passione per il mare e per il mondo enoico con quella per la carta stampata. Ha all’attivo diverse pubblicazioni: da Il commercio della neve a Manduria nell’800 (2002) a Memorie di guerra. Testimonianze di reduci Manduriani del secondo conflitto mondiale (2006), da Tenente colonnello dell’Aeronautica Francesco Filo. Frammenti di una piccola storia di una grande storia a Resti marmorei nei fondali di Campomarino di Maruggio (2003). Opera quest’ultima che è la riprova dell’amore che ha l’Autore per il mare. Per la Bellezza, in generale, per la cultura.
I Libri della Settimana
Miseria e miserie, il virus che non si estirpa
di PAOLO ARRIVO


Fulvio Filo Schiavoni

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Fulvio Filo Schiavoni